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Lo stop alla liquidità condivisa nel poker online

Nel 2017 a Roma, venne firmato un accordo tra Italia, Spagna e Francia per la partenza delle liquidità condivisa nel poker online, ma ad oggi la liquidità condivisa è partita, ma i giocatori italiani sono rimasti esclusi.

Perchè dopo molti anni l’Italia non ha ancora aderito?

Il gioco del poker online, per sua natura, ha bisogno di una forte liquidità e di un ricambio di giocatori molto ampio, per poter funzionare appieno.

Essendo il poker online, uno dei pochi giochi che si gioca tra giocatori e non contro un banco (vedi roulette, scommesse sportive, blackjack ecc…).

L’avvio della liquidità condivisa con altre nazioni è fondamentale per la crescita di questo splendido gioco.

Purtroppo l’Italia dopo aver firmato l’accordo con altre nazioni europee, ha deciso poi di ritirarsi per problematiche interne al gioco online italiano.

Infatti non tutte le maggiori società di gioco erano d’accordo all’avvio della liquidità condivisa e questo ha causato un grosso danno al poker online italiano.

Il 2023 potrebbe essere l’anno buono?

Difficile rispondere a questa domanda, ma il vento contrario sembra essere passato e molte società ora sembrano essere più favorevoli all’avvio della liquidità condivisa.

Molti marchi famosi di poker online ( o network) sono presenti sia nel mercato Italiano che in quello spagnolo, francese e portoghese e l’arrivo in questo mercato anche dell’Italia porterebbe sicuramente un vantaggio a tutto il mondo del poker online sia italiano che europeo.

Vuoi conoscere meglio il mondo del poker online?

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Il torneo di poker live più lungo al mondo!

Qual’è stato il torneo di poker live più lungo al mondo? quanti giorni è durato e quale giocatore è riuscito a vincerlo? vieni a scoprirlo leggendo questo articolo.

Il torneo di poker live più lungo al mondo si è svolto nel 2013 a Manila, capitale delle Filippine ed è entrato a far parte del Guinness dei primati con una durata di 48 ore, 55 minuti e 58 secondi.

A vincere è stato il poker player Damon Shulenberger, un giocatore che era alla sua prima esperienza ad un torneo da poker professionale e alla fine del torneo ha dichiarato” “Non avevo mai fatto niente di simile nella mia vita prima d’ora.

Ho cominciato a giocare alle 8 di sera, dal primo livello di gioco, e mi sono alzato dal tavolo dopo due giorni, senza nemmeno andare a dormire.

Sono un giocatore occasionale e, al contrario di molti miei amici, ho sempre preferito andare a dormire che fare una partita di poker della durata dell’intera notte. al massimo ho giocato fino alle 2 o alle 3 del mattino, ma mai oltre”.

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Poker Texas Hold’em

Il poker texas hold’em è un gioco di carte che ha delle regole fisse e una scala di valori suddiviso in 10 punteggi che una mano può assumere.

Sono dieci i punteggi che una mano di poker texas hold’em può assumere. Andiamo a vedere quali sono.

Carta alta: Se non si riesce ad ottenere nessuna combinazione di punteggio, allora la mano viene valutata dalla carta con valore più alto. In questo caso potrebbe non essere necessario ricorrere alle proprie carte coperte (ad esempio se queste sono 6-4 e il board è A-K-J-9-8).

Coppia: Due carte dello stesso valore (ad esempio: 9-9 o K-K). Qualora più di un giocatore avesse la stessa combinazione, si andrà a vedere il kicker, ovvero nel caso specifico le altre tre carte con cui si va a completare ciascuna combinazione.

Doppia coppia: Due coppie separate (ad esempio: 4-4 e 3-3). Anche in questo caso, qualora più di un giocatore avesse la stessa combinazione, si andrà a vedere il kicker, ovvero nel caso specifico la quinta carta che complete ciascuna combinazione.

Tris: Tre carte dello stesso valore (ad esempio: 9-9-9).

Scala: Cinque carte in sequenza, non dello stesso seme. Come nel caso del punteggio “carta alta”, essa potrebbe non prevedere l’utilizzo di una o di entrambe le carte coperte, visto che potrebbe essere già presente sul board: se ad esempio le carte comuni sono 9-8-7-6-5, chi disporrà di un 10 potrà avere la meglio sugli avversari. Nel caso in cui nessuno riuscisse a superare il punteggio presente sul board, si procederà con la divisione del piatto in base al numero dei giocatori in gioco.

Asso

Colore: Cinque carte, non in sequenza, tutte dello stesso seme (ad esempio: 5-8-K-A-3 di quadri). Lo scenario potrebbe essere lo stesso della scala, visto che cinque carte di quadri, di cuori, di picche o di fiori potrebbero essere presenti sul board. Tuttavia basterà avere, tra le due carte coperte, almeno una dello stesso seme che sia anche superiore a quelle presenti sul board, per vincere la mano.

Full: E’ composto da un tris e una coppia (ad esempio: 3-3-3-Q-Q). Come nel caso di carta alta, scala e colore, anche il full potrebbe essere già presente sul board e potrebbe dunque portare alla suddivisione del piatto.

Poker: Quattro carte delle stesso valore (ad esempio: A-A-A-A). Anche il poker potrebbe concretizzarsi sul board, e a quel punto sarà verificare il kicker di ciascun giocatore per decretare il vincitore della mano.

Scala colore: Cinque carte in sequenza e dello stesso seme (ad esempio: 4-5-6-7-8 di fiori)

Scala reale: Asso, Re, Donna, Jack e Dieci tutti dello stesso seme.

Ora siete pronti per la vostra partita di poker texas hold’em! Ma mi raccomando giocata senza esagerare.

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Come è nato il gioco del poker?

Sono tante e molto curiose le storie che riguardano la nascita del gioco del poker nel mondo. Un gruppo di studiosi, dopo recenti studi, hanno affermato che il poker sia nato negli Stati Uniti e più precisamente in Mississippi nel 1834, altri in Francia nel 1700 o in Germania dove prese il nome di Pochspiel nel 1880. Ma un fatto è certo, la sua pratica di gioco si è diffusa così rapidamente nel mondo, che ora sono tantissimi i giocatori che giocano abitualmente a poker.

La prima fonte scritta certa di un gioco simile al poker risale al 1834. La penna apparteneva allo scrittore americano, Jonathan H. Green. I battelli percorrevano le placide acque del Mississippi e a bordo si giocava a quello che Jonathan chiama “il gioco della Truffa”. Un nome non proprio promettente, ma le differenze con le specialità oggi conosciute sono lampanti. Il mazzo era composto da sole 20 carte (dal dieci all’asso) e le regole erano piuttosto semplici: quattro giocatori attorno al tavolo e cinque carte a testa distribuite. Il punto migliore portava a casa il piatto.

Non era certo uno skill game (gioco di abilità) e, pur essendo diventato uno dei giochi preferiti sui battelli del Mississippi, quel poker ante litteram si prestava perfettamente ad essere truccato dall’azione dei bari. I ricchi giocatori, inizialmente disposti a spendere i loro quattrini ai tavoli, si dimostrarono sempre più sospettosi circa la regolarità del gioco e probabilmente è proprio in virtù di questo motivo che i bari stessi cercarono di articolarne le regole creando così l’illusione della regolarità. Fu l’inizio dell’evoluzione che ci ha portati alle varianti odierne.

Anche se attualmente questa opzione è considerata una delle origini più attendibili, non è tuttavia l’unica disponibile. Lo si capisce dai tanti dubbi relativi all’origine del nome. La maggior parte dei dizionari concorda nell’individuare nel nome francese Poque l’antesignano del poker. In questo caso, pur trattandosi di un gioco completamente diverso, saremmo tornati indietro nel tempo addirittura nella Francia del 1700. Come sia stato possibile che il nome Poque sia stato legato ad un gioco dissimile dall’altra parte dell’Atlantico è intuibile ma non dimostrabile. Un’altra possibile desinenza del nome è legata alla Germania e al gioco chiamato Pochspiel nel quale, come unico punto d’incontro con il poker, si individua l’elemento del bluff.

L’ipotesi più suggestiva, lega il gioco del poker alla malavita e al mondo di bari e borseggiatori, suggerisce che il nome del gioco derivi da una storpiatura del termine “poke”, in uso tra i borseggiatori. Possibile che i bari, in presenza delle proprie vittime, abbiano iniziato ad utilizzare quel termine con l’aggiunta di una “r”. Da dove deriva a sua volta “poke”? Era una formuletta alla stregua di “abracadabra”.